C’è parecchia carne al fuoco, in questi giorni da canzone del maggio. Eppure stiamo a casa e non in strada. In Spagna si improvvisa una rivoluzione (o ci si prova, certo non lo si può sapere ora) e seguendo l’hashtag #spanishrevolution su twitter ci si può fare una prima idea. Ora pare ci stiano tirando dentro. Infatti è uscito l’hashtag #italianrevolution ma se ci si fa caso, la maggior parte dei messaggi non sono in italiano. Siamo diventati cittadini del mondo o ci invocano da fuori? Comunque qualcosa par che si muova. Ho letto di un appuntamento a Milano domani per chiedere la democrazia ora (gli risponderanno che sarebbero dovuti andare ieri, cioè oggi?) Insomma intanto ci inventiamo il brand e poi ci si organizza.Per quotare direttamente @bidimensionale:
differenze tra l’Italia e la Spagna: in Spagna prima la protesta poi l’hashtag, in Italia prima l’hashtag poi tutto come prima.
Inoltre c’è questo post su Anonymous.
Esagero? No, sono solo un po’ disillusa e provo a scherzarci su. Le amministrative sono state una bella sorpresa in generale, e hanno fornito ottimi spunti per riflettere sulle forze politiche. Per riprendere il discorso dell’ultimo post, ho continuato a leggere e discutere sul grillismo, da ex-grillina. Fondamentale, secondo me, l’analisi di Wu Ming 1 con tutti gli annessi e link.
La prima argomentazione e la più necessaria è secondo me quella sulla presunta uguaglianza di destra e sinistra. Semplicemente una supercazzola, ma che fa grande presa quando i cosiddetti rappresentanti della cosiddetta sinistra (ma anche destra) si dimostrano lontani anni luce dagli ideali che dovrebbero rappresentare. Risveglio delle coscienze, rinnovato interesse per la politica, voglia di impegnarsi sul territorio sono tutti aspetti positivi che sicuramente i meetup hanno avuto. Ma dopo viene un movimento politico che vuole entrare nelle stanze del potere senza alcun apparente ideale, mentre non basta essere gggiovani e puliti per far bene. Soprattutto far bene cosa? Occorrono scelte di campo, perché anche in un comune ci sono servizi pubblici (che coinvolgono direttamente i cittadini) e ci sono scelte da fare e non esistono scelte neutre. Sarebbe come dire che la Moratti e Pisapia sono uguali… un comico italiano ci ha provato in Francia di fronte ad una platea di italiani, e constatati i malumori della folla ha quasi rettificato, perché il suo interesse è raccogliere consensi, vendersi come prodotto. Ovviamente non vi dico chi sia il comico, non è necessario. Credo che gli elettori del M5s a Milano siano più maturi del loro – unico e vero – leader e sapranno cosa scegliere. So del resto che molti dei ragazzi impegnati in questo movimento lo fanno in buona fede e probabilmente non sanno tante cose e tra queste quali conseguenze potrebbe portare l’ascesa politica di un movimento qualunquista, populista e con tratti xenofobi. La pancia di molti italiani è ben coltivata da decenni, è vero, e Grillo non è estraneo a questa operazione. Purtroppo ci saranno alcuni fedelissimi fidelizzati che si ostineranno ad osannare il guru e a non vedere errori e possibili orrori, perché quel lento lavorio alla pancia in gran parte ha funzionato egregiamente, ma ci saranno molti altri che di fronte alla crisi economica, allo scoppio del precariato, al riesplodere del conflitto di classe che riemerge drammaticamente e che presto sarà ancora più evidente di oggi capiranno che le lotte da fare non sono semplicemente sulle fedine penali, ma sull’idea di società (e civiltà*) che vorremmo costruire nel futuro.
* Civiltà perché condivido quanto affermato da Gallino in “Finanzcapitalismo” – che sto leggendo – secondo cui quella che stiamo attraversando non è solo una crisi economica (che tra l’altro potrebbe durare per un altro decennio) ma più profondamente una crisi di civiltà.
Ps. bonus track, della cara Nadia, che tautogrammaticamente mi ha risposto sul forum.
Ps2. My two cents sulla manifestazione no ponte del 14 maggio. L’indicazione della rete era di non portare bandiere per coinvolgere senza distinzioni partitiche. Fail, le bandiere qualcuno contrario alla linea (oppure fedele alla linea, dipende dai punti di vista, c’era pure una bandiera dell’URSS, molto simpatica) le ha portate comunque, e i numeri della manifestazione secondo me sono stati deludenti. Che forse il “né di destra né di sinistra” non paga neanche in una città come Messina?