Guardare il dito

Articolo 1(Ulteriori misure urgenti per il contenimento del contagio)

1.Le uscite per gli acquisti essenziali, ad eccezione di quelle per i farmaci, vanno limitate ad una sola volta al giorno e ad un solo componente del nucleo familiare.

2.E’ vietata la pratica di ogni attività motoria e sportiva all’aperto, anche in forma individuale.

3.Gli spostamenti con l’animale da affezione, per le sue esigenze fisiologiche, sono consentiti solamente in prossimità della propria abitazione. (Ordinanza contingibile e urgente n°6 del 19.03.2020 Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. )

Questo dispone la Regione Sicilia nella giornata di ieri, seguendo a ruota le ordinanze comunali o regionali, ad esempio di Messina o dell’Emilia Romagna. La correlazione tra le persone che fanno attività fisica all’aperto e i ricoverati in terapia intensiva, o i contagiati da Covid-19? Nessuna. Piuttosto il fatto che l’area più produttiva (e più inquinata, cosa da non sottovalutare) del paese, con lo slogan “Bergamo is running” abbia imposto di non chiudere le attività non essenziali e abbia subìto il più alto tasso di casi, tendenza che purtroppo non accenna a ridursi dice niente?

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Qui il video completo, non rimosso da Confindustria Bergamo che non si scusa ma si limita, chiamata in causa, a twittare:

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Perché la gogna per chi fa attività fisica mentre i veri colpevoli sono da tutt’altra parte, a partire da chi nei decenni scorsi ha smantellato la sanità pubblica, e per finire a coloro che continuano ad anteporre i loro profitti alla salute di tutti? Come spiega un lodevole articolo di The Submarine, le FAQ del governo, almeno finché la pressione delle amministrazioni locali e regionali non cambierà l’inerzia, prevedono espressamente la possibilità di fare attività fisica all’aperto.

GovernoFAQ

Il virus non va a caccia dei solitari o comunque socialmente distanziati runners, semmai si annida negli spazi chiusi, affollati, come i mezzi di trasporto ridotti dall’emergenza e tragicamente più affollati perché i lavoratori costretti a recarsi ogni giorno a lavoro non sono diminuiti di conseguenza, o come le fabbriche o i magazzini della logistica che continuano ad essere aperti finché i lavoratori non si uniscono per difendere la loro salute proclamando scioperi con lo slogan ricorrente “non siamo carne da macello!“. Anche Amazon riduce le consegne, orientandosi sui beni di prima necessità, evidentemente a seguito delle proteste dei lavoratori che denunciavano condizioni di lavoro tutt’altro che esenti dal rischio contagio. Nel frattempo, invece di discutere della tutela della salute degli operatori sanitari in primis, e di tutti gli altri lavoratori che per necessità rischiano quotidianamente, gli stolti puntano il dito contro gli “egoisti” che corrono all’aria aperta sprezzanti del male intorno.

La sensazione è che le amministrazioni abbiano troppa fretta di dimostrarsi efficienti prima ancora che efficaci in questo frangente emergenziale, e aumentino le prove muscolari cercando di rispondere a, ma incrementando, le ansie e le paure della popolazione, la quale avrebbe bisogno di risposte circostanziate e ragionevoli, ben lontane dal panico morale che si sta creando, e concretamente efficaci. Purtroppo sollevare obiezioni, mantenere sguardo critico e lucido sembra essere ogni giorno più difficile e per fortuna resistono spazi come Giap in cui si analizza la questione dal punto di vista legale e non solo. E sono più che mai necessarie le analisi e le prese di posizione come quella di Sara Gandini su Effimera. Sembra una vita fa quando esponevo i miei dilemmi sull’uscire all’aria aperta con il bambino per portarlo in spiaggia. Per fortuna poi l’ho fatto, e sono stata serena un po’ di più, sopportando le marachelle solite dei “terribili due” col sorriso invece che con l’esasperazione. Riusciremo a rivedere il mare?

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