Dalla parte sbagliata

dallapartesbagliataLa storia del nostro paese è fitta di misteri, punti oscuri e trame che non si vogliono sbrogliare e tra queste, incredibilmente ma non troppo, ci sono alcune vicende di mafia. La strage di Via D’Amelio ad esempio dopo tanti anni risulta ancora poco comprensibile nel quadro della strategia mafiosa che aveva già portato alla strage di Capaci solo pochi mesi prima. Le verità processuali sono parziali, lo sappiamo, e però nel 2021 ci sono ancora processi in corso (il cosiddetto Borsellino quater) anche perché nei primi processi ci furono dei depistaggi clamorosi, attraverso l’utilizzo di pentiti “taroccati”, dice la quarta di copertina di un testo particolare. Dalla parte sbagliata infatti è scritto a quattro mani da una giornalista e da un'”avvocata di mafia”, che ricostruiscono la storia dal punto di vista un pentito anomalo. L’avvocata Di Gregorio, legale di numerosi boss di Cosa Nostra, racconta vent’anni di processi Borsellino, con toni anche duri, non nascondendo le sue riserve sull’uso dei pentiti e denunciando la disumanità del regime del 41 bis, una misura eccezionale prevista dal nostro ordinamento per spingere i detenuti a “parlare” e poter far luce sugli eventi di mafia e poterla quindi sconfiggere. Una misura che è stata anche denunciata alla Corte Europea dei Diritti Umani, che secondo alcuni pareri giurisprudenziali costituisce tortura, un reato quest’ultimo solo recentemente – nel 2017 – introdotto nel nostro ordinamento.

Conoscendo la carriera criminale di molti dei detenuti al 41 bis si potrebbe essere tentati di ignorare i princìpi dello stato del diritto e in particolare i diritti umani ma leggendo le pagine di questo testo, e scoprendo il trattamento cui sono stati sottoposti soggetti come Scarantino, per farli “pentire” inquinando così per anni la verità processuale, si dovrebbe riflettere più attentamente in merito a quanto stato di diritto si possa sacrificare per la “giustizia”. Ad oggi sappiamo ancora poco della strage di Via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Borsellino e cinque componenti della sua scorta, questo libro è un piccolo tassello di un puzzle ancora lontano dall’essere completato.