Afterhours

Mi sembra di aver trascurato la musica, o meglio di averla lasciata sottotraccia; non sono certo un’esperta, ho le mie idiosincrasie e le mie immense lacune, però la convinzione di essere monotona m’è passata da un pezzo, anche se a tratti ascolto a manetta per giorni, anche settimane e mesi, gruppi come i Bring Me The Horizon, dimenticando l’universo mondo intorno. E c’ho anche le mie ragioni, se si trovano sempre sul pezzo e ne ho dato la dimostrazione attraverso alcuni post sul blog tipo questo o questo.

Questa nazione è brutta ti fa sentire asciutta senza volontà.

Tutto è efficacia e razionalità niente può stupire e non è certo il tempo quello che ti invecchia e ti fa morire ma tu rifiuti di ascoltare ogni segnale che ti può cambiare perché ti fa paura quello che succederà se poi ti senti uguale

(Non è per sempre)

Poi capita una mattina in ufficio che senti in sottofondo una musica familiare ed è Non è per sempre degli Afterhours. Praticamente nel pantheon del rock italiano, e fa rabbia pensare a chi al sentire Manuel Afterhours_hai_paura_del_buioAgnelli pensa ad X Factor piuttosto che alla scena rock italiana dai Novanta in su. Da Germi, il primo album in lingua italiana al mitico Hai paura del buio? al meno ruvido Non è per sempre, e continuando con Quello che non c’è e Ballate per piccole iene la band milanese ha fatto la storia dell’alternative rock italiano e della mia giovinezza. Se comincio a citare le canzoni rischio di fare un post lenzuolo con una serie di pezzi dai più svariati album della band, e allora forse è meglio fare una scelta, anzi due (non resisto!): la prima è Dentro Marilyn, tra l’altro reinterpretata magnificamente anche da Mina come Tre volte dentro me nell’album Leggera del ’97, che è stata tradotta nell’album Germi dall’originale contenuto in un più antico album, quando ancora cantavano in lingua inglese.

Lui è qua

Falsità come radioattività

Che mentre c’è da osare

Uccide lo spettacolo carnale

E l’anima brucia

Più di quanto illumini

Ma è un addestramento mentre attendo

Che io m’accorga che so respirare

Che sei il mio sovversivo

Mio sovversivo amore

Non c’è torto o ragione

È il naturale processo di eliminazione

Forse se

Forse se

Porta ad esitare

Io vengo dall’errore, uno solo

Del tutto inadatto al volo

E se vedo il buio

Così chiaramente

Io penso la bugia affascinante

E non mi accorgo che so respirare

Che sei il mio sovversivo

Mio sovversivo amore

Non c’è torto o ragione

È il naturale processo di eliminazione

Lui è qua

Lui è qua come radioattività

Che mentre c’è da osare

Uccide lo spettacolo carnale

Cinque pianeti

Tutti nel tuo segno

Il fallimento è un grembo e io ti attendo

Mentre ti scordi che puoi respirare

Che sono il sovversivo

Tuo sovversivo amore

Non c’è torto o ragione

È il naturale processo di eliminazione

È il naturale processo di eliminazione

È il naturale processo di eliminazione

È il naturale processo di eliminazione

La seconda è Bye Bye Bombay, dall’album Quello che non c’è e con delle sonorità che mi hanno sempre fatta impazzire.

Steso su un balcone guardo il porto

Sembra un cuore nero e morto

Che mi sputa una poesia

Nella quale il giorno in cui mi lancerò

E non mi prenderanno

Neanche tu mi prenderai

Io non tremo

E’ solo un po’ di me che se ne va

Giù nella città

Dove ogni strada sa

Condurre sino a te e io no

Bye bye, bye bye, bye bye, bye bye, bye bye

Bye bye, bye bye, bye bye, bye bye Bombay

Sai Mimì che la paura è una cicatrice

Che sigilla anche l’anima più dura

Non si può giocare con il cuore della gente

Se non sei un professionista ma ho la cura

Io non tremo

E’ solo un po’ di me che se ne va

E sporca la città

Tutto cercherà

Di condurre sino a te e io no

Bye bye, bye bye, bye bye, bye bye, bye bye

Bye bye, bye bye, bye bye, bye bye Bombay

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