E allora le foibe?

Pare che oggi sia il giorno del ricordo, e pare che oggi, come accade ormai da 11 anni, si prendano pere per mele, cazzi per mazzi e coglioni per lampioni… ma in realtà i coglioni sono i più diffusi. Basta fare una ricerca sommaria per scoprire come la maggior parte delle foto utilizzate da promotori/nostalgici/smemorati del 10 febbraio siano in realtà testimonianze di crimini italiani. Un esempio su tutti:

Quasi un anno fa Piero Purini in collaborazione col collettivo «Nicoletta Bourbaki» ha fatto un eccellente lavoro di identificazione dei principali falsi fotografici sulle foibe, illuminante nello scoprire le ripetute falsificazioni operate più o meno consapevolmente dagli smemorati del giorno del ricordo. Lo smascheramento di queste operazioni è terribilmente necessario: non si tratta di cercare l’ago nel pagliaio, anche perché più che un pagliaio sembra un puntaspilli pieno zeppo, e zeppo di merda. La necessità è dovuta principalmente all’assenza nella nostra coscienza collettiva dei comportamenti criminali degli “italiani, brava gente”. Nonostante il meritorio lavoro di alcuni studiosi la vulgata vuole gli italiani contrapposti ai tedeschi nello specifico del periodo fascista e ai cattivi di tutti i tempi. Fino a ieri durante una conversazione conviviale mi son sentita dire che la Libia deve all’Italia la costruzione di infrastrutture e sottintesa la civiltà. Ecco, ci vuole un’immensa pazienza per spiegare che noi abbiamo portato genocidi, gas vietati dalle convenzioni internazionali, bombardamenti a tappeto, torture e campi di concentramento, come e a volte anche prima dei cattivi tedeschi. Ma è un lavoro necessario, perché altrimenti si continuerà a sostenere che sì, l’Italia deve fare qualcosa per questi poveri africani. E così si giustifica la quarta guerra in Libia nel giro di un secolo, mica male per essere della brava gente. comefunziona

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