I dati Istat sul mercato del lavoro pubblicati il 13 marzo e riferiti non solo al quarto trimestre del 2017 ma anche all’intero anno appena trascorso, hanno un interessante paragrafo relativo all’andamento territoriale dell’offerta di lavoro, da cui emerge ancora una volta la questione meridionale nel migliore dei casi ignorata nell’ultima campagna elettorale. Cosa ci dicono i dati presentati? In sintesi la situazione lavorativa migliora un po’ ovunque ma a ritmi ben diversi, con un gap tra Nord e Sud che appare sempre più incolmabile. L’occupazione cresce al Nord, al Centro e al Sud con tassi simili (rispettivamente 0,8, 0,7 e 0,6 punti, ma il Nord e il Centro hanno già recuperato i livelli pre-crisi del 2008. Al Sud si avvicinano a questo traguardo solo Basilicata (-0,1) e Campania (-0,3). Il tasso di occupazione cresce in maniera maggiore a Nord. Il tasso di disoccupazione scende globalmente in tutte le aree ma le proporzioni sono allarmanti: il 19,4% del Sud è quasi tre volte il valore del Nord (6,9%) e circa il doppio di quello del Centro (10,0%).
Tra le note negative i tassi di occupazione in Basilicata (-0,8 punti) e Molise (-0,2%). In Molise cresce anche il tasso di disoccupazione, che registra +1,8 punti mentre in Campania l’aumento è di 0,6 punti. Tra i grandi Comuni del Mezzogiorno solo Catania ha il tasso di occupazione negativo (-0,8 punti). I peggiori risultati riguardanti il tasso di disoccupazione sono a Napoli, Messina e Catania (+3,9, +3,2 e +1,6.
Il quadro generale è impietoso: se al Nord l’occupazione è al 66,7% e al Centro raggiunge quota 62,8%, al Sud si ferma al 44%. Bisogna inoltre tenere presente che l’occupazione non è tutta uguale, anzi sono in aumento i lavoratori a termine e soprattutto quelli in somministrazione, cioè affittati attraverso le agenzie interinali. Nel desolante scenario in cui esistono e sono perfettamente legali contratti di collaborazione occasionale di una sola ora al Sud restano le briciole anche di questi, nel silenzio generale, mentre sempre più giovani decidono di andare a cercare briciole migliori da qualche altra parte, dove le tavole sono più riccamente imbandite.